Impossibile dimenticare l’attrice Maria Cristina Maccà, l’ultima ad aver interpretato la figlia di Fantozzi.
Nel film Fantozzi – Il ritorno del 1996 era anche la nipote Uga Fantozzi, ma di lei oggi non si sapeva molto. Intervistata, ha adesso rivelato cosa fa per vivere. Le sue parole hanno fatto emergere una certa difficoltà nell’imporsi nel mondo cinematografico.
Il successo dell’epoca si è purtroppo spento successivamente, quindi Maria Cristina Maccà ha avuto non poche difficoltà ad affermarsi e a vivere bene. Colei che era la figlia di Fantozzi nella pellicola ha esordito così nell’intervista rilasciata al Corriere del Veneto: “La gente per strada mi ferma perché si ricordano ancora del film Fantozzi – Il ritorno del 1996 in cui interpretavo sia la figlia Mariangela che la nipote Uga Fantozzi. Incredibile”.
Leggi anche: “Cosa faccio oggi”. Martina Colombari, dopo il brutto periodo col figlio la nuova vita

Nella sua carriera professionale Maria Cristina Maccà ha lavorato in circa 40 film, ma ora l’ultima figlia di Fantozzi è lontana dai riflettori. Queste le sue considerazioni: “C’è troppo affollamento nella preparazione di un film. Anni fa mi rapportavo direttamente a registi e aiutoregisti, adesso c’è il casting director che non può sapere cos’ha in testa un regista. Per non parlare dei self tape, ovvero i provini che si fanno da remoto. Io non sono brava con la tecnologia e quindi non mi chiamano più. Ma i provini non si possono far così, da casa”.

Sulla Rai ha fatto sapere: “Se non hai agganci, non entri. Se non ti fai considerare dai vertici dell’azienda, non verrai mai preso in considerazione. Manco i registi contano più. Più sei mediocre e più vieni preso in considerazione. Più sei un’eccellenza e più sei sottovalutato, ma questa è una storia vecchia”. La Maccà ha poi detto cosa fa adesso: “Vorrei lavorare come tutti, per campare – ha aggiunto al Corriere del Veneto – faccio anche doppiaggio“.


Infine, la chiosa che ha tirato in ballo anche l’attore morto nel 2017: “C’è gente che ha fatto la storia del cinema eppure non lavora. I ragazzi che escono dall’accademia, oggi che prospettive hanno? Se Paolo Villaggio fosse vivo, non si riconoscerebbe in questo sistema”.