Da Dogliani, in Piemonte, dove è stata ospite del Festival della Tv, Mara Venier ha messo fine, o almeno così sembra, alle speculazioni sul suo futuro televisivo. Con l’ironia che la contraddistingue, la padrona di casa di Domenica In ha respinto ogni ipotesi di sostituzione imminente: “Lui ha detto dopo Mara, ma io invece faccio un invito.
Fiorello perché dopo Mara? Si fa con Mara“, ha dichiarato, riferendosi alla proposta lanciata dallo showman siciliano nei giorni scorsi. Un botta e risposta che ha animato le cronache tv, ma che la conduttrice ha ridimensionato definendolo una semplice “boutade”.
La “zia d’Italia”, il cui esordio risale al 1993, non ha però mancato di esprimere, con il consueto calore, il desiderio di continuare a lavorare, ma con un approccio diverso: più condiviso, più leggero, meno solitario. “Sarò la conduttrice, ma insieme ad altri“, ha spiegato alla platea di Dogliani, citando anche il direttore dell’intrattenimento Day time Rai, Angelo Mellone: “Ne stiamo parlando. Sarà più corale, come le prime edizioni che ho fatto con Bisteccone e altri amici. Mi alleggerisco, sono molto felice”. Il futuro di Domenica In dunque è scritto, ma con un formato che potrebbe riportare il programma a un’impostazione più collettiva, in stile varietà tradizionale.
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Mara Venier e il passaggio del testimone: “Il mio erede…”
Il passaggio del testimone, comunque, resta un tema. Venier ha sottolineato come Domenica In, nella stagione appena conclusa, “non è mai andata così bene” e che il pubblico continua ad amarla. Eppure, tra le pieghe delle sue dichiarazioni si intravede il desiderio di preparare il terreno a una successione. “Se mi alleggerisco e ho meno responsabilità, meglio. In questi sette anni è stato un impegno molto pesante”, ha confessato, lasciando intendere che il programma potrebbe rinnovarsi anche nella conduzione, pur senza abbandonarla del tutto.

Quando le è stato chiesto chi vedrebbe bene come suo successore, ha indicato due nomi precisi, lodandone le capacità in modo differente. “De Martino è bravissimo, simpatico, è cresciuto molto, si fa voler bene, non si è montato la testa. Potrebbe fare una Domenica In molto rivoluzionaria, cambiando tutto. Lo vedo”, ha detto, prima di aggiungere: “Poi vedo Alberto Matano con un taglio giornalistico. Ecco, vedo Stefano e Matano”. Due figure differenti, uno più vicino all’intrattenimento puro, l’altro all’approfondimento: forse la chiave per un nuovo equilibrio della trasmissione domenicale.


Quanto a Fiorello, che aveva scherzato sulla possibilità di subentrare, Venier ha chiarito che si trattava solo di un gioco: “Se l’è rimangiata. L’ha smentita. Ha mandato in onda un mio audio affettuosissimo. Io non ho paura di niente, certamente non della tv e di chi vorrebbe fare Domenica In”. Ma il suo nome, insieme a quello di Stefano De Martino, resta in fondo al discorso, simbolo di una televisione che cambia, ma che continua a guardare al carisma e all’esperienza come punti fermi.