È stata una delle campionesse più amate del primo ciclo di Sarabanda, il quiz musicale che, negli anni d’oro, osava sfidare Striscia la Notizia. Stiamo parlando di Valentina. A distanza di anni, la celebre concorrente ha deciso di raccontare dettagli inediti di quell’esperienza, compresa una curiosità che per anni era rimasta nascosta: l’identità del padre,
un personaggio molto noto. Quando iniziò la sua avventura televisiva, Valentina era ancora in quarta superiore. Rimase campionessa per ben 75 puntate:
“Registravamo due-tre puntate al giorno, dal martedì al giovedì, arrivavamo nella Capitale e alloggiavamo in un albergo pagato dalla produzione. Con un pulmino ci conducevano negli studi“. Alla fine vinse 324 mila euro in gettoni d’oro, che si ridussero a 250 mila tra tasse e cambio oro/euro. Anche grazie alla bravura di concorrenti come lei si deve il grande successo riscosso dal programma di Enrico Papi. “Sarabanda doveva essere un programmino, mentre con me era arrivato al 20%. Eravamo scomodi“.
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Il cognome di Valentina è Locchi, e il padre, Renato Locchi, all’epoca ricopriva allora la carica di sindaco di Perugia. “Se ci fai caso, nessuno conosceva il mio cognome. Papi non lo pronunciò mai. Ero semplicemente Valentina. Probabilmente non volevano politicizzare l’evento. Mio padre è sempre stato nello schieramento avverso a quello di Berlusconi. Se lo hanno fatto per proteggermi? Non lo escludo. Ma a Perugia lo sapevano tutti e a mio padre non ha mai creato grane. L’unico aspetto curioso è che se prima io ero la figlia di Renato Locchi, da quell’istante fu lui a diventare il padre di Valentina“.

Cieca dalla nascita, Valentina aveva una passione sconfinata per la musica e per i programmi musicali. “Sarabanda? Ero appena diventata maggiorenne e telefonai. Il pre-provino fu una cavolata: ti facevano ascoltare tre brani per cinque secondi e dovevi digitare sulla tastiera il numero della risposta corretta. Ovviamente le azzeccai tutte, ma mi dimenticai di informarli che ero non vedente. Quando lo appresero, dall’altro capo della cornetta percepimmo freddezza. Allora mia madre si inc*zzò. È sempre stata un tipo abbastanza vulcanico“.

L’accesso alla trasmissione passò poi dal secondo step: “Qualche giorno dopo mi recai a Sesto Fiorentino. Mi sottoposero 60 domande e ne presi 58. Sempre mia madre mi confidò che gli esaminatori erano stravolti. E pure lei, dato che non mi aveva mai conosciuto da quel punto di vista“. Le sue performance convinsero la produzione, che decise di puntare su di lei.

Dopo mesi di successi, Valentina scelse di mettere un punto a quell’esperienza. “Confesso che quando ascoltai Innamorato di Morandi non mi prenotai apposta. Nonostante la sapessi, tenni le mani sui pantaloni e non premetti il pulsante. Dopo 75 puntate, era giusto che tornassi a fare le mie cose“. Una decisione presa per riprendersi la quotidianità, dopo essere diventata, a sorpresa, un volto simbolo di Sarabanda.