Presentare Pippo Baudo non è questione da discutere. Non si può. Lui non ha bisogno di niente: è entrato nelle case insieme alla televisione.
Gli anni del boom economico, vennero chiamati. Li raccontava il Tg unico della Rai di allora. Era un altro mondo, nel senso geopolitico della parola.
Ha inventato programmi, molti. Ha presentato tutto quello che c’ era: dal Festival di Sanremo, del quale parleremo a lungo con lui, Fantastico, Natali, Befane,
Capodanni, Domeniche In. Tutto.
pippo baudo saluta renzo arbore
E lo ha fatto in una Rai molto diversa da quella che è oggi: una Rai autoctona, quella che ideava i programmi, li metteva in onda e poi li vendeva – e con successo – alle emittenti estere. Il contrario di quanto accade oggi. “Quella forse è la tv che manca, che dovrebbe tornare. Produttiva, anche dal punto di vista economico”, racconta Baudo al Fatto Quotidiano.
Con una popò di guida come la sua possiamo parlare di televisione come, forse, non viene fatto da un po’ di tempo. Non per giocare sulla nostalgia che non c’ entra: lo stesso Baudo parla molto bene dei conduttori di oggi, non è ipercritico. Disegna una strada. E si augura che la Rai lo chiami al più presto per una consulenza.
Si aspetta una telefonata da questa nuova dirigenza?
Certo che l’ aspetto. E sarei disponibile a fare il consigliori. Non quello del Padrino di Mario Puzo, ovviamente.
Degli incidenti di questi giorni, ne parliamo?
No, sono appunto incidenti di percorso che ci possono stare. Mi sembra che sia stato abbondantemente trasformato in un dramma. Eccessivo. È un incidente.
pippo baudo e gianni boncompagni
Tra poco tocca al Festival di Sanremo. Che non è esattamente quello che progettava lei.
Corre d’ obbligo una premessa: il mondo musicale è cambiato. Allora si facevano canzoni perché durassero nel tempo, oggi nascono per essere riposte in un cassetto dopo qualche mese. Hanno uno spazio di sopravvivenza temporale molto più breve.
Rispecchiano il rap, le melodie di piccola ampiezza, quelle che funzionano. È una legge del tempo, piaccia o meno.
Solo colpa dei rapper?
Andiamo per ordine. Intanto prima, quando il Festival l’ ho iniziato a fare io, non c’ era nessun tipo di concorrenza. Sanremo era l’ unica manifestazione canora in eurovisione. Oggi spuntano talent a rotta di collo. Sono praticamente da tutte le parti, è ovvio che sia cambiato il modo di fare musica.