Non l’hanno visto arrivare. Frase che sta benissimo addosso a Stefano De Martino, uno che da ballerino in gara ad “Amici” si è ritrovato alla guida del programma più visto – Sanremo e Nazionale a parte – della tv italiana. Non c’è roba da lui toccata che non diventi oro, una sorta di Re Mida che tutti vogliono e tutti osannano. Merito di qualità innate e oggettive, ma anche di una buona dose di fortuna. Che, si sa, non guasta mai.
De Martino ha saputo guidare una Ferrari
Arrivare ad “Affari Tuoi” dopo Amadeus, infatti, non è stata propriamente una sventura. Sì, il paragone col predecessore metteva i brividi e i detrattori lo aspettavano al varco, tuttavia raccogliere il testimone di un programma in piena salute ha consentito a De Martino di mettersi fin da subito alla guida di una Ferrari. Legittimo domandarsi quali sarebbero stati i risultati se il suo avvento si fosse verificato nel 2017, quando il game di Rai 1 venne sospeso per bassi ascolti, toccando il punto più basso della sua esistenza.
De Martino, ad ogni modo, ha i suoi meriti, perché il ‘macchinone’ devi comunque saperlo manovrare. E lui è stato bravissimo dapprima a scongiurare sbandamenti e uscite di strada e, in un secondo momento, ad aumentare ulteriormente la velocità su pista, portando un suo stile e introducendo un proprio linguaggio.

La principale qualità di De Martino è quella di essere – o risultare – popolare. Abbraccia qualunque tipologia di pubblico, soprattutto quello campano (vero e proprio motore della televisione contemporanea), senza peccare di trasversalità.
Il confronto con Cattelan
In un certo senso, l’esatto opposto di Alessandro Cattelan, professionista dalle ottime qualità che però è in sala d’attesa da tempo immemore. Se a De Martino non l’hanno visto arrivare, Cattelan c’è invece da sempre, l’eterna promessa a cui sembra spettare quell’occasione che non gli viene mai concessa.
I due, spesso inseriti nella medesima categoria di ‘conduttori del futuro’, in realtà si portano quasi dieci anni di differenza. Non esattamente dei coetanei. Distantissimi per stile e generi, finiscono col ‘toccarsi’ nella serata del martedì, con “Stasera tutto è possibile” che traina in maniera prepotente “Stasera c’è Cattelan”, che collocato in altri giorni segnerebbe la metà dello share. Il pop contro la nicchia, l’empatico contro il distaccato, che il più delle volte non fa nulla per evitare di dipingersi come tale.
De Martino, per ora, non ha sbagliato un colpo. “Affari Tuoi”, “Step”, persino “Bar Stella”, archiviato dopo 49 puntate complessive seguendo l’esempio di Renzo Arbore, suo unico grande punto di riferimento: “Sicuramente è la persona a cui mi ispiro e a cui mi rifaccio più spesso. Mi piace molto il suo gusto, il suo modo di scrivere e di condurre, così partecipativo. Provo a non farmi influenzare da conduttori contemporanei per non essere una copia, ma cerco invece di rielaborare ispirazioni del passato”.
Alessandro Cattelan, l’eterna giovane promessa in un Paese anziano
L’idea di gruppo
Un esempio che De Martino emula soprattutto nel concetto di ‘coralità’ e di squadra. A oggi, ogni sua avventura ha sempre incluso l’idea del gruppo, formato quando possibile da amici e fedelissimi e, nel caso di “Affari Tuoi”, favorito dai concorrenti, con i quali dare vita ad attimi di complicità, balli e siparietti.
Un affiatamento reso possibile dal ‘caos’ di cui De Martino ama nutrirsi. La prova del nove definitiva, pertanto, verrà superata quando il volto di Torre del Greco riuscirà a rendersi autonomo e a rinunciare a tutta quella confusione di sottofondo che rappresenta finora la perfetta colonna sonora.