Clizia Incorvaia prova a non crollare, ma la commozione la travolge mentre parla davanti alle telecamere, ospite a La Volta Buona
. Il dolore per la perdita resta vivo ogni giorno, e la mancanza della suocera, madre del marito 34enne Paolo Ciavarro, continua a scavare un solco difficile da colmare.
La siciliana osserva le immagini che scorrono sul grande schermo dello studio, frammenti di momenti vissuti insieme a lei. La tensione sul suo volto rivela lo sforzo di trattenere le lacrime, mentre la memoria riporta a galla ricordi recenti e ancora troppo dolorosi. “Sarà un Natale diverso, il primo senza mia suocera”, confida a Caterina Balivo, lasciando intravedere la fragilità di un vuoto che sembra impossibile da riempire.
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Clizia Incorvaia in lacrime in tv: dolore ancora forte
Clizia non ha trattenuto le lacrime perché saranno le prime festività natalizie senza Eleonora Giorgi, morta a 71 anni per un cancro al pancreas il 3 marzo scorso. Il suo racconto procede con cautela, come se ogni parola rischiasse di aprire una ferita troppo fresca. “E’ una ferita ancora aperta e rimarrà sempre così”, aggiunge, riconoscendo senza esitazione il peso di questa assenza. È proprio questo sentimento a spingerla a preservare qualcosa che apparteneva a Eleonora, un gesto che sente necessario. “Io ho deciso che il giorno 18 dicembre farò una cena natalizia come ho fatto l’anno scorso con lei”, rivela, annunciando un appuntamento che quest’anno avrà un significato diverso, quasi rituale.

A quella cena ci saranno la sua famiglia e anche Andrea Rizzoli, l’altro figlio di Eleonora, 45enne, insieme alla moglie. “Tutti riuniti, perché so che lei sarebbe contenta e sarà lì con noi, voglio mantenere vivo tutto. Del resto lei mi aveva dato le redini della famiglia, glielo devo”. È in queste parole che emerge il nodo centrale della sua testimonianza: il desiderio di custodire un’eredità affettiva, fatta di gesti, incontri e tradizioni che Eleonora aveva affidato proprio a lei.


Clizia si emoziona poi ricordando uno degli ultimi gesti d’amore compiuti dalla Giorgi, un dono pensato per lasciare un segno tangibile nel futuro del nipotino Gabriele, oggi 3 anni. “Ha preparato 15 pacchetti e altrettante lettere da mettere sotto l’albero ogni Natale del bimbo fino ai suoi 18 anni”, racconta con ammirazione e dolcezza. È un’immagine potente, quella di un amore che cerca di oltrepassare il tempo e la morte, un filo che continua a tendersi verso il bambino. “Amava suo nipote immensamente e ancora oggi lui mi chiede di mandare baci a nonna Ele che è in cielo”, conclude, lasciando che la nostalgia e la tenerezza si fondano in un silenzio quasi sacro, quello che accompagna sempre le storie più profonde di famiglia e memoria.