Cugine, ma sopratutto amiche, come due sorelle: non potrebbe essere più grande l’affetto tra Alessandra e Rosita Celentano, figlie rispettivamente di Alessandro e Adriano. «C’è grande complicità, che nasce dalla stima», ha esordito Rosita, ospite a Verissimo insieme alla cugina.
Da piccola lei andava più d’accordo con la sorella di Alessandra, Adriana, complice la vicinanza di età, poi crescendo le due si sono avvicinate, scoprendo grande affinità.
«Condividiamo tutto», assicura Alessandra, «Ci divertiamo con poco e ci raccontiamo tutto», prosegue, mentre Rosita ricorda di quando da bambina provava ad emularla. «Avevo come primi esempi lei e sua sorella», spiega la figlia di Adriano Celentano e Claudia Mori, che da sempre ha sognato di lavorare nel mondo dello spettacolo. La prima folgorazione fu la danza, proprio come Alessandra. «Ho fatto danza classica per sette anni, non vedevo l’ora di mettere le punte.
Ne compro tre, una rossa, una nera e una rosa, arriva lei e me le fracassa. La carriera è finita appena le ho messe, troppo male». Alessandra, in realtà, voleva solo ammorbidirle, ma agli occhi della piccola Rosita all’epoca sembrò un gesto quasi dissacrante, considerando la cura con cui lei maneggiava le tanto agognate scarpette.

Nel passato di Rosita, tantissime esperienze professionali, anche un film da giovanissima, mentre Alessandra ha sempre avuto la danza nel cuore. «Il mio sogno è sempre stata la recitazione, poi mi sono trovata a fare televisione, andava bene e ho fatto quello», ha proseguito Rosita, che a Verissimo ha ricordato anche il libro Grazie a Dio ho le corna. È convinta che tutte le abbiano, mentre Alessandra è certa di no: «È perché hai avuto tre fidanzati messi in croce», l’ha stuzzicata la cugina. Le possibilità, insomma, si riducono se si frequentano pochi uomini. «Ho chiuso la boutique da cinque anni», ha poi confessato Rosita, mentre Alessandra è single da 14 anni e non cerca un amore. «Dopo tanto tempo senza qualcuno è più difficile. Sono stata molto indipendente fin da bambina, è difficile adeguarsi ad altre abitudini: sono fatalista, se non deve capitare non capita».
Per Alessandra i motivi di sofferenza nella vita sono ben diversi dalle pene d’amore: «Le malattie e le morti dei genitori ti cambiano la vita, ho avuto un momento di sofferenza per motivi veri, lì vedevo sempre il bicchiere mezzo vuoto: ho fatto un lavoro su me stessa e oggi quando mi viene la lamentela penso che sì, c’è qualcuno che sta molto meglio ma anche chi sta molto peggio di me». Oggi, da adulte, entrambe sperano di condividere ancora tanti ricordi insieme. «Le auguro di vivere con me per sempre», ha detto Rosita, «A lei di essere sempre più serena perché merita tanto e di vivere la seconda parte della vita vicine. Cerchiamo di crearci il nostro villaggio, una sorta di clan».