Mondo del cinema sotto choc per la morte improvvisa del giovane attore, 27 anni. La notizia è stata diffusa dalla famiglia attraverso un necrologio pubblicato solo ora, due settimane dopo la scomparsa. Nel messaggio, i familiari spiegano di non voler rendere note le cause del decesso, ma raccontano di trovare conforto nel sapere che il suo
“dolore sulla terra” è finito e che ora riposa nella “casa del Padre”.
Secondo quanto riportato nel necrologio, l’attore era noto per il carattere brillante, la capacità di far sorridere chiunque e un’energia travolgente che lo aveva accompagnato fin da bambino. La famiglia lo ricorda come una persona competitiva, affettuosa, capace di sostenere gli altri nei momenti difficili e di trasformare le piccole sfide quotidiane in occasioni per ridere insieme. Un ritratto che rende ancora più dolorosa la sua scomparsa prematura.
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Addio a Scott Finn, attore del cinema gay. Il suo nome reale era Rhett Douglas Messerly. Nato a Ogden, nello Utah, il 2 febbraio 1998, aveva praticato diversi sport da piccolo e mostrato presto un temperamento vivace. Il necrologio riporta alcuni ricordi affettuosi dei compagni di scuola, che lo chiamavano “il buffone” per le battute continue, e delle ragazze che lo definivano “il bel ragazzo con bei muscoli”. Episodi familiari ricordano le sfide nelle carte, finite spesso in discussioni scherzose con i fratelli, e le arrampicate sugli alberi che talvolta richiedevano l’intervento dei pompieri.

Divenuto adulto, Finn aveva intrapreso una carriera nel cinema per adulti, collaborando con diverse case di produzione. L’ultimo set risale all’estate del 2024, mentre sui social aveva interrotto ogni attività da giugno, annunciando di essere “finalmente single”. Accanto al lavoro, amava trascorrere il tempo nella natura: pescare, fare campeggio, cucinare e giocare a golf erano le sue passioni, ricordate con affetto dai familiari.

La sua morte si aggiunge a una serie di scomparse premature che negli ultimi mesi hanno colpito il settore, dopo le recenti perdite di Tim Kruger, Colton Ford e Koby Falks. Una successione di lutti che scuote nuovamente l’ambiente e riapre il dibattito sul benessere psicofisico di chi lavora in questo comparto. Intanto, la famiglia e chi lo ha conosciuto lo ricordano come un ragazzo pieno di vita, capace di lasciare un segno profondo in chiunque abbia incontrato.