Il mondo del cinema internazionale si è svegliato con una notizia che lascia un vuoto profondo: la morte di Claudia Cardinale. L’attrice, simbolo assoluto di un’epoca e icona che ha attraversato generazioni di spettatori e registi, si è spenta martedì 23 settembre in Francia, nella sua abitazione di Nemours,
a pochi chilometri da Parigi. Aveva 87 anni e accanto a lei, negli ultimi momenti, c’erano i figli. A confermare la notizia è stato il suo agente Laurent Savry, che ha preferito non entrare nei dettagli sulle circostanze del decesso.
Subito dopo l’annuncio, le prime reazioni hanno confermato quanto la sua figura fosse amata e rispettata. “Ci lascia l’eredità di una donna libera e ispirata, sia nella sua carriera di donna che di artista”, ha dichiarato Savry all’agenzia AFP.
A unirsi al dolore sono state anche le istituzioni: l’ex ministra della Cultura francese Rachida Dati ha scritto su X che “il suo sguardo, la sua voce e la sua aura rimarranno per sempre nella storia del cinema”. Dall’Italia è arrivato il pensiero del ministro della Cultura Alessandro Giuli, che l’ha ricordata come “una delle più grandi attrici italiane di tutti i tempi”, sottolineandone la grazia e il talento irripetibile.

Morte Claudia Cardinale, le cause del decesso
La famiglia dell’attrice ha deciso di mantenere la massima discrezione. Nessun comunicato ufficiale sulle condizioni di salute della diva, anche se l’ipotesi più probabile è che si sia spenta serenamente per cause naturali legate all’età. La riservatezza, d’altra parte, ha sempre accompagnato la vita privata della Cardinale, spesso oggetto di voci e indiscrezioni. Già nel 2022 si era parlato di un ricovero in clinica contro la sua volontà, ma l’attrice aveva smentito personalmente con una dichiarazione affidata all’Ansa: “Sto accanto alla mia famiglia, sono in piena salute. E auguro una felice estate a tutti”.

Oggi il mondo la saluta ricordando la sua carriera straordinaria, che ha inciso profondamente nella storia del cinema. Dagli anni Sessanta in poi, Claudia Cardinale ha dato vita a personaggi memorabili in pellicole entrate di diritto nell’immaginario collettivo. Lei stessa aveva definito “Il Gattopardo” e “Otto e mezzo” i due film più importanti della sua vita, ma il suo nome resta legato a tanti altri capolavori: “C’era una volta il West”, “Rocco e i suoi fratelli”, “Il giorno della civetta”, “La ragazza con la valigia”.
Una carriera luminosa che l’ha vista lavorare con i più grandi maestri della settima arte. Da Luchino Visconti a Federico Fellini, da Sergio Leone a Mauro Bolognini, fino ad approdare a collaborazioni con Mel Brooks e Werner Herzog, passando per il cinema francese e tedesco con registi come Philippe de Broca e Henri Verneuil. La sua versatilità e la sua forza scenica le hanno permesso di attraversare generi e stili diversi, confermandola come una presenza magnetica e indimenticabile.


Più di 150 film all’attivo e una serie di riconoscimenti che hanno sancito la sua grandezza: dal Leone d’Oro alla carriera alla Mostra di Venezia nel 1993 all’Orso d’Oro onorario al Festival di Berlino nel 2002. Premi che hanno consacrato il suo nome accanto a quello di Sophia Loren e Gina Lollobrigida, in un trittico di dive che hanno reso il cinema italiano grande nel mondo.
La scomparsa di Claudia Cardinale non è solo la fine di una carriera irripetibile, ma anche la perdita di un simbolo culturale che ha saputo incarnare la bellezza, la libertà e l’indipendenza femminile. Resta il suo sguardo intenso, la voce inconfondibile e la lunga scia di emozioni che ha regalato a intere generazioni. Un’eredità destinata a non spegnersi mai.