Le nuove indagini sul delitto di Garlasco, riaperte a distanza di diciotto anni, stanno riportando al centro dell’attenzione un nome rimasto sullo sfondo per molto tempo: quello di Andrea Sempio. Secondo quanto anticipato da Ore 14, il programma di Rai2 che da mesi segue gli sviluppi dell’inchiesta,
gli inquirenti avrebbero delineato un possibile movente, o più di uno. La Procura di Pavia, infatti, sta valutando un’ipotesi alternativa capace di riscrivere parte della vicenda, ipotizzando un diverso responsabile del delitto e iscrivendolo nel registro per omicidio volontario in concorso. Una svolta che, se confermata, rimetterebbe in discussione tutto ciò che si credeva consolidato.
Gli elementi che hanno riaperto il fascicolo non nascono dal nulla. Gli investigatori, fin dai primi tempi, avevano osservato con una certa attenzione le telefonate che Sempio effettuò alla casa dei Poggi il 7 e l’8 agosto, quando Chiara si trovava da sola. Un dettaglio rimasto apparentemente marginale per anni, ma che oggi viene riconsiderato alla luce delle nuove analisi. La domanda che molti si pongono è se quei contatti fossero semplici tentativi di comunicare o se potessero nascondere qualcosa di più complesso, un comportamento che avrebbe generato tensioni tra i due.
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Garlasco, le novità sul presunto movente di Andrea Sempio
Il movente di Sempio dovrebbe essere rivelato solo in primavera al termine degli accertamenti. Una delle piste suggerisce che Chiara possa aver subito avance non desiderate da parte di Sempio, oppure che la ragazza fosse venuta a conoscenza di un segreto legato alla sua cerchia di amicizie, diventando per questo scomoda. Il programma di Rai2 aggiunge ulteriori elementi di riflessione riportando domande come: “Chiara potrebbe aver subito avance sgradite da parte del ragazzo? Oppure potrebbe essere diventata scomoda per essere venuta a conoscenza di un segreto legato alla sua sfera di conoscenze?”. Interrogativi che al momento non trovano conferma, ma che rappresentano tasselli valutati dagli investigatori.

Una seconda ipotesi, sempre citata da Ore 14 Sera, riguarda il computer di Chiara Poggi. Nelle settimane precedenti al delitto, la giovane aveva messo al sicuro in una cartella protetta alcuni video intimi realizzati con Alberto Stasi. Il programma si chiede se: “Un altro possibile movente potrebbe essere poi legato all’esistenza nel PC della 26enne di alcuni suoi video intimi con Alberto Stasi messi in sicurezza da lei stessa in una cartella ad alta protezione due mesi prima del delitto, come se la ragazza avesse avvertito l’esigenza di innalzare la soglia di guardia sulla sua intimità. Sempio insieme a Marco e agli altri suoi amici utilizzava il computer di Chiara per giocare ai videogame, potrebbe aver visto quei video ed essere poi scaturito un litigio fra lui e Chiara per questo motivo?”. Non esistono riscontri che confermino questa dinamica, ma il fatto che quella cartella fosse stata creata poco prima dell’omicidio ha attirato l’attenzione degli investigatori.
C’è poi un ulteriore elemento, definito singolare dagli investigatori privati che per primi si erano occupati di Sempio. Il 17 dicembre 2014, giorno della condanna di Stasi, sui profili social di Sempio comparve un’immagine raffigurante due ragazzi in una scena di intimità, ritenuti da alcuni simili a Chiara e Alberto. A fianco, una frase estratta dal Piccolo Principe: “Non dimenticare il mio segreto”. Un dettaglio che per anni è passato inosservato, ma che oggi viene riconsiderato alla luce della nuova attenzione investigativa.

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— IL TEMPO (@tempoweb) December 8, 2025
La pista più oscura, infine, porta al santuario della Bozzola. Secondo quanto riferito da Ore 14, a parlarne sarebbe stato Flavius Savu, un cittadino rumeno condannato per ricatti a sfondo sessuale ai danni dell’ex rettore del santuario. All’avvocato Savu avrebbe raccontato che Chiara sarebbe venuta a conoscenza di un presunto giro di festini e riti esoterici che si sarebbero svolti nel luogo religioso. Lo stesso Savu avrebbe confidato la storia al nipote, che l’avrebbe riportata in un manoscritto. Una copia di quel documento è stata ritrovata dai carabinieri proprio nell’abitazione di Sempio, anche se non sono emerse prove del fatto che il ragazzo avesse mai frequentato il santuario. Elementi frammentari, ancora tutti da verificare.
Mentre si attende la primavera per conoscere le conclusioni degli inquirenti, la vicenda di Garlasco continua a intrecciarsi con nuove piste, vecchi interrogativi e documenti riemersi dopo quasi vent’anni. Una storia che, nonostante il tempo trascorso, sembra ancora lontana dall’essere definitivamente chiusa.