Una notizia che ha lasciato senza parole colleghi e telespettatori: Paolo Sottocorona, storico meteorologo di La7, è morto all’età di 77 anni.
Una figura familiare per chiunque seguisse l’emittente, un volto capace di unire rigore scientifico e sensibilità umana. La notizia della sua scomparsa, arrivata nella serata di ieri, è stata accolta con enorme tristezza, soprattutto perché poche ore prima il meteorologo era apparso come sempre sorridente in diretta, durante la puntata mattutina di Omnibus, per le sue consuete previsioni del tempo.
Proprio quella mattina, l’8 ottobre, aveva chiuso il suo intervento con un gesto che oggi assume un valore quasi simbolico: la lettura di una poesia dedicata a Gaza, inviata da una telespettatrice di nome Marcella, nata in Cisgiordania e adottata da genitori italiani. “A più tardi”, aveva detto, come ogni giorno, salutando il pubblico. Ma quella promessa, che per vent’anni aveva scandito le mattine di La7, questa volta non ha potuto mantenerla.
“Un nostro lutto grave”. L’annuncio di Enrico Mentana sciocca il mondo della televisione

Il decesso è arrivato in modo improvviso, e al momento non sono state diffuse informazioni sulle circostanze della morte. Ciò che è certo è che Paolo Sottocorona ha lavorato fino all’ultimo, con la stessa dedizione e compostezza che lo avevano sempre contraddistinto. Nelle ore successive alla notizia, il direttore del Tg La7, Enrico Mentana, ha voluto ricordarlo con parole semplici ma piene di affetto: “Un lutto grave”, ha scritto sui social, un pensiero che ha trovato immediata eco tra colleghi, giornalisti e spettatori che per anni avevano imparato ad apprezzarne il tono pacato e la competenza.

Sottocorona era arrivato a La7 nel 2002, diventando uno dei simboli della rete. La sua rubrica Tempo al tempo aveva conquistato un pubblico fedele, non solo per la precisione delle previsioni, ma per la capacità rara di rendere la meteorologia comprensibile e affascinante. Con voce calma e spiegazioni chiare, riusciva a tradurre i fenomeni atmosferici in racconti quasi poetici, aiutando i telespettatori a capire i cambiamenti climatici e le loro conseguenze quotidiane.
Oltre che meteorologo, era un autentico divulgatore scientifico, rispettato nel mondo accademico e amato da chi ogni giorno lo ascoltava con fiducia. Il suo modo di comunicare non era mai banale: dietro ogni grafico e ogni mappa si percepiva l’intento di educare, di far capire, di condividere un sapere. Ed è forse per questo che la sua scomparsa lascia un vuoto che va oltre il piccolo schermo: era diventato, nel tempo, una voce amica nelle case degli italiani.
