Il necrologio dei giusti – se ne va dayle haddon, 76 anni, celebre top model e attrice

Se ne va Dayle Haddon, 76 anni, celebre top model e attrice negli anni ’70, pronta a passare con totale disinvoltura dai set hollywoodiani dei film della Disney come “Nanù il figlio della giungla”, il suo esordio, a quelli delle commedie erotiche italiane come “40 gradi all’ombra del lenzuolo” di Sergio Martino con Marty Feldman, “La cugina” di Aldo Lado con Massimo Ranieri, “La supplente” di Guido Leoni in coppia con Carmen Villani.

Dalle pubblicità glamour per Clairol, Estee Lauder e L’Oreal al cinema erotico patinato di Just Jaeckin in Francia, “Madame Claude” e “Un uomo in premio”, o a stravaganze come “Spermula” di Charles Matton dove è una aliena al comando di un gruppo di esploratrici spaziali che deve succhiare tutto il seme maschile dai terrestri per ridurli all’impotenza.

Alta, bruna, occhi verdi, elegantissima, ci fece innamorare perdutamente fin dai primissimi film e il suo arrivo in Italia ce la svelò in un modo del tutto inaspettato. Nata a Montreal, nel Québec, in Canada nel 1948, fin da giovanissima studiò danza, entrando giovanissima nel corpo di Ballo dei Grandes Ballets Canadienne e del Leningrad-Kirou Troupe.

Dopo aver vinto a 18 anni il titolo di Miss Montreal, viene chiamata a New York dall’agenzia di modelle di Eileen Ford, che le farà girare il mondo. Oltre al francese e all’inglese, ventenne parla l’italiano, il danese, il tedesco.

Diventa top model per grandi maison. “Indossavo abiti che nella vita reale non avrei mai potuto indossare. Non importava quanto stupendi potessero essere o quanto colpissero nelle fotografie”. Fa copertine per le maggiori riviste di moda del mondo. Divide con Ali McGraw, Jennifer O’Neil, Marisa Berenson, il poter passare da modella professionista, prendeva 75 dollari l’ora o 2.500 dollari a settimana, a quella di attrice, perfezionandosi nella recitazione con coach importanti.

Totalmente libera, nei primi anni ’70 accetta di girare famosi servizi di nudo su “Playboy” che i maschi del tempo ben ricordano. Per poter fare il cinema si sposta a Los Angeles dove viene provinata da Bill Walsh della Disney e scelta come coprotagonista assieme a Jan Michael Vincent di “Nanù il figlio della giungla” nel 1973. E’ il suo primo film.

Si lesse allora che avesse una storia con Jan Michael Vincent, morto un paio d’anni fa. Dovrebbe apparire però anche in un paio di altri film, girati precedentemente, l’introvabile “The Wake of the Warrior”, che non so proprio cosa sia, e “The Picasso Summer”, film pieno di problemi iniziato come semi-animato nel 1965 da un animatore americano pazzo di Picasso, Wes Hershensohn, poi ripreso nel 1968 e girato in Francia da Serge Bourgoignon con Albert Finney, Yvette Mimieux, Dominguin e Lucia Bosè, dove Dayle Haddon ha il ruolo di una suora.

Venne rigirato però da Robert Sallin e uscirà malamente tra il 1969 e il 1971. Probabilmente senza le scene con Dayle Haddon vestita da suora. Ray Bradbury, autore del soggetto e della sceneggiatura, tolse il nome.

Compare come protagonista nel più interessante “Paperback Hero”, un film canadese di Peter Pearson dove il protagonista, giocatore di hockey, Keir Dullea (“2001 odissea nello spazio”), si crede un pistolero del west.

Nel 1974 torna in Europa e gira una serie di film in Italia, cominciando col buffo “La cugina” di Aldo Lado con Massimo Ranieri, Christian De Sica e Stefania Casini. Nel film Ranieri e lei si esibiscono in una scena di sesso in piedi, con lei attaccata al muro, che rimanda direttamente alla stessa scena di “Ultimo tango a Parigi”.

Gira poi con Sergio Martino il poliziottesco “La città gioca d’azzardo” con Luc Merenda, che ebbe una piccola storia con lei, e “40 gradi all’ombra del lenzuolo” di Martino nel celebre episodio con Marty Feldman che le fa da guardia del corpo. Con Carmen Villani la troviamo nella commedia erotica “La supplente”.

Con la regia di Gianni Narzisi in “Maschio latino cercasi”. Nel ricordo del tempo pensai che Dayle Haddon stava massacrando il suo potenziale di attrice con questi film italiani. Probabilmente si divertiva in Italia e il nudo non era un problema per lei. Pensiamo al ben più stravagante “Spermula” di Charles Matton, fantascientifico hot francese con Udo Kier uscito nel 1976 dove è protagonista assoluta.

In Francia la troviamo in due film di Just Jaeckin, riconosciuto maestro dell’erotismo patinato del tempo, “Madame Claude” con Françoise Fabian e “Un uomo in premio”. Torna in Canada per il più notevole “I mastini del Dallas” di Ted Kotcheff con Nick Nolte, un film sul rugby.

Nei primi anni ’80 alterna film francesi, come “La crime” di Philippe Labro con Claude Brasseur, “Amore e musica” di Elie Chouraqui a film americani, “Gli occhi di uno sconosciuto” di William Fruet. Gira un po’ di tutto in paesi del tutto diverso. La troviamo in “Cyborg” di Albert Pyun, trashiata con Jean-Claude Van Damme e in un episodio di “Max Headroom”.

La ritroviamo in due film di Woody Allen, “Pallottole su Broadway” e “Celebrity”, ma in piccoli ruoli. Sposata con Glenn Souhaim, che muore nel 1986, ha una figlia, Ryan Haddon, che diventa produttrice e sposa prima Christian Slater e poi il produttore Marc Blucas. Muore per avvelenamento da monossido di carbonio a Buck County, in Pennsylvania. Non so come fosse finita lì.

 

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