Artista poliedrico, aveva debuttato negli anni Settanta come musicista,
per poi affermarsi nei decenni successivi come produttore e arrangiatore, al fianco dei più grandi nomi della canzone italiana. Mina, Vasco Rossi, Claudio Baglioni, Laura Pausini, Giorgia, Andrea Bocelli: ogni collaborazione diventava un tassello prezioso di una carriera straordinaria.
Il suo tocco si riconosceva subito, in quell’equilibrio perfetto tra armonia e innovazione. Aveva anche trovato il tempo e l’energia, a 72 anni,
per dedicarsi a un progetto personale: un album intimo e delicato dal titolo “Sette canzoni al piano”.

Musica italiana in lutto, perdiamo un gigante
A chi gli chiedeva come fosse riuscito a restare così attuale, lui rispondeva con disarmante lucidità: “Non sono un trombone, uno che si rifiuta di riconoscere l’importanza e la valenza delle novità. Sono attento all’innovazione”, aveva dichiarato in un’intervista a Rockol. In effetti, la sua capacità di intercettare i mutamenti del panorama musicale, senza mai snaturarsi, lo ha reso un alleato prezioso anche per gli artisti più giovani. Il suo curriculum parla da solo: dischi di platino, d’oro, premi prestigiosi come il Latin Grammy Award per “Primavera anticipada” con Laura Pausini, un Leone d’oro alla carriera nel 2006 e, cinque anni più tardi, un disco di diamante insieme a Vasco Rossi per “Vivere o niente”.

È solo a questo punto che si può pronunciare il suo nome con la consapevolezza della perdita che rappresenta: Celso Valli. Nato a Bologna il 14 maggio 1950, si era formato al Conservatorio Giovanni Battista Martini, sotto la guida di Ettore Ballotta. Esordì con i Ping Pong, gruppo prog rock che aveva fatto breccia nel cuore degli italiani con il brano “Caro Guida” di Vecchioni. Ma fu con Mina che la sua carriera prese la svolta definitiva. Con lei firmò “Anche un uomo”, colonna sonora di “Lascia o raddoppia?”, e produsse dischi memorabili come “Italiana” e “Catene”. Fu proprio la capacità di interpretare l’anima dei cantanti e vestire le canzoni su misura a renderlo unico e insostituibile.

Il suo nome si intreccia con i più grandi successi degli anni Ottanta e Novanta: “Canzoni stonate” di Morandi, “Ti sento” dei Matia Bazar, “Self Control” di Raf, “Quello che le donne non dicono” della Mannoia. Ha prodotto l’album “Canzoni di Mogol Battisti” per il Coro degli Angeli, “Salamandra” di Miguel Bosé e “Nove” di Ivan Graziani. Ha vinto il Festival di Sanremo nel 1984 con Eros Ramazzotti e “Terra promessa”, avviando un sodalizio storico con il cantautore romano. Con Vasco Rossi ha contribuito a brani come “Sally” e “Senza parole”, con Bocelli ha firmato il brano che gli aprì la carriera, “Il mare calmo della sera”. E ancora: Giorgia, Irene Grandi, Jannacci, Patty Pravo, Laura Pausini, Biagio Antonacci, Jovanotti, Matia Bazar, Renga, fino a progetti internazionali accanto a Hans Zimmer. Oggi, con la sua scomparsa, la musica italiana perde un autore silenzioso ma determinante. Celso Valli è stato l’uomo dietro le quinte che ha costruito interi pezzi della nostra memoria collettiva. La sua eredità non è fatta solo di dischi e premi, ma di emozioni che hanno accompagnato vite, storie e sogni. Rimarrà per sempre nei cuori di chi ama la musica vera, quella capace di resistere al tempo e di parlare anche quando tutto il resto tace.