Da tempo si è abituata a ricevere insulti e commenti offensivi, ma questa volta ha scelto di non restare in silenzio. Francesca Verdini, compagna del
vicepremier Matteo Salvini, ha deciso di condividere pubblicamente alcuni dei messaggi carichi di odio che quotidianamente le arrivano sui social. Un gesto di denuncia, ma anche di riflessione, nato – come ha spiegato lei stessa – dalla necessità di chiedersi se davvero l’unica soluzione sia ignorare e lasciar correre.
«Mi dicono sempre di ignorare, di non rispondere – scrive lei, postando gli screen shot delle offese – E hanno sicuramente ragione. Ma a volte mi metto a leggere e mi perdo dietro a tanto orrore». Così Verdini ha introdotto su Instagram una serie di storie in cui ha mostrato il volto più brutto del web: quello delle offese gratuite, della volgarità senza freni, del disprezzo lanciato contro chi, semplicemente, espone la propria vita.
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Matteo Salvini, troppi insulti: la compagna sbotta
L’imprenditrice, 33 anni, figlia dell’ex parlamentare Denis Verdini, è legata a Salvini dal 2019. Un amore vissuto con discrezione, lontano dai clamori della politica, ma che non l’ha mai messa al riparo dall’odio degli haters. Stavolta però la misura è sembrata colma. Nelle storie pubblicate sul suo account, Francesca ha raccolto alcuni dei commenti più crudeli: «È tua figlia vero? Non posso pensare altro», scrive qualcuno sotto una foto di coppia; un altro aggiunge «che bassa autostima deve avere sta tizia, con quel panzone smidollato». E ancora, insulti rivolti direttamente al leader della Lega, definito «quello schifoso che hai per moroso».

Verdini, di fronte a tanta violenza verbale, non nasconde la propria amarezza. «Non mi abituerò mai a leggere certe cose. Resto sempre allibita. Per la rabbia, per la volgarità, per il niente che c’è dietro a tanto odio. E mi chiedo: davvero mi devo abituare? Davvero dobbiamo solo fingere che non succeda? Boh», ha scritto, accompagnando le parole con le prove delle offese ricevute. Un messaggio semplice ma potente, che è rapidamente diventato virale e ha raccolto centinaia di reazioni solidali.



Travolta dall’affetto dei follower, Verdini è poi tornata sull’argomento con un nuovo post, chiarendo le sue intenzioni e ringraziando chi le ha espresso vicinanza. «Mi dispiace se ho dato l’impressione di essere turbata o ferita, non era mia intenzione far preoccupare nessuno. Mi dispiace se ho fatto star male chi mi vuole bene, sono sinceramente serena», ha precisato.
Il suo obiettivo, ha ribadito, non era lamentarsi ma sollevare un tema: «A volte può capitare di lasciarsi catturare dalle cose sbagliate ma il mio intento era, più di tutto, quello di condividere una riflessione, chiedere se esista qualcosa che possiamo fare, concretamente, per contrastare questa violenza o se dobbiamo solo restare a guardare». Un interrogativo che riecheggia ben oltre la sua esperienza personale e che riapre la discussione su un problema sempre più diffuso: l’odio digitale e l’assenza di limiti nel linguaggio online.
Dietro le parole di Francesca Verdini si avverte il bisogno di una risposta collettiva, non solo per difendere la propria dignità ma per riaffermare il diritto di ogni persona – famosa o meno – a vivere senza paura del giudizio violento e anonimo dei social. Una battaglia di civiltà che, forse, inizia proprio da chi decide di non ignorare più.