“Quanto mi resta, ho scelto così”. Giovanni Allevi rompe il silenzio e parla apertamente della sua malattia,
del percorso che sta affrontando e di come si sente oggi. Dopo anni di riservatezza, il pianista e compositore ha scelto di condividere la sua esperienza, raccontando la forza con cui sta affrontando il mieloma multiplo.
Il musicista, 56 anni, è arrivato alla ventitreesima infusione di un farmaco che lo sostiene nella lotta contro il mieloma multiplo, un tumore del midollo osseo che colpisce le cellule plasmatiche. Non nasconde le difficoltà: “Non è un farmaco chemioterapico, è un’altra cosa. Mi fa stare male per 10 giorni, sbarellato direi, come se avessi la febbre e anche il dolore alle ossa aumenta. Ma l’effetto è quello di rinforzare il tessuto osseo”.
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“Secondo le statistiche – ha detto in una intervista al Corriere della Sera – io ho davanti due anni ancora, ma prometto che festeggerò i 95 anni, perché non credo alle statistiche”. Una dichiarazione che fotografa il suo coraggio e la determinazione con cui guarda al futuro, nonostante la prognosi. La sua tenacia si riflette anche nella capacità di mantenere il sorriso: “Quando entri dentro questa bolla di esistenza nuova, determinata dalla malattia, hai due possibilità: cedere alla disperazione o resettare tutto e guardare alla vita col sorriso, nonostante il dolore e la paura. Io ho scelto questa seconda strada”.

Allevi racconta di trovare una forza speciale nei luoghi che ormai frequenta regolarmente: “È una forza che ricevo anche dagli altri pazienti in quello che per me è un luogo sacro: la sala di accettazione all’Istituto dei tumori. Una stanza grandissima con tanti guerrieri. Ci aiutiamo, ci abbracciamo”. Per lui l’ospedale non è più solo un luogo di sofferenza, ma quasi una seconda casa: “Può farti paura ma poi ti accorgi che l’ospedale ti salva la vita. Lì trovo coraggio e forza, il talento dei medici e la grande professionalità del personale ospedaliero”.

Nonostante la diagnosi, il compositore non smette di progettare e di guardare avanti. A novembre uscirà al cinema “Allevi – Back to Life”, il film che ripercorre la sua vita artistica e privata. Un tassello che testimonia la sua volontà di continuare a costruire. Il ricordo del momento in cui ha ricevuto la notizia resta inciso nella memoria: “Il momento della diagnosi è devastante, crollano tutte le certezze e si sperimenta una solitudine profonda, abissale. Non c’è parola che ti possa confortare, ma la dottoressa che mi ha comunicato la diagnosi ha aggiunto una frase che è stata un’àncora alla quale mi sono attaccato: ‘La diagnosi è il primo passo verso la guarigione’”.