Un uomo celebre, una giovane ambiziosa e una serie di messaggi privati finiti nelle mani sbagliate: sono questi gli ingredienti di una vicenda che, da semplice gossip, si è trasformata in un caso giudiziario per tentata estorsione. Al centro della scena, ancora una volta, l’attore Raoul Bova,
coinvolto in una faccenda che va ben oltre le pagine dei settimanali rosa. Tutto è cominciato con la diffusione pubblica di alcune chat tra lui e la modella Martina Ceretti, materiale che sarebbe finito nelle mani di Fabrizio Corona, che lo ha poi reso virale attraverso i suoi canali.
La ricostruzione è ormai chiara: secondo quanto emerso, Bova avrebbe intrattenuto una conversazione via social con la giovane, che – anziché restare riservata – sarebbe stata condivisa dalla stessa Ceretti con un pr, il quale avrebbe successivamente girato i contenuti a Corona. Quest’ultimo, come noto, ha poi pubblicato tutto attraverso il suo format “Falsissimo”, attirando l’attenzione di mezza Italia. Ma la vicenda si è ulteriormente complicata quando un messaggio, indirizzato direttamente all’attore, ha fatto scattare l’allarme: chi lo ha inviato avrebbe insinuato che, in cambio di un compenso o di un “regalino”, si sarebbe potuto evitare che quelle chat venissero diffuse pubblicamente.
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Raoul Bova non ha esitato: ha denunciato tutto alla Polizia Postale, facendo partire un’indagine per tentata estorsione. È a questo punto che il fatto di cronaca ha travalicato i confini del pettegolezzo, assumendo i contorni di un’inchiesta vera e propria. A parlarne è stato anche il giornalista Nicola Porro, che nella sua “Zuppa di Porro” ha commentato amaramente il caso, sottolineando l’aspetto più surreale dell’intera vicenda: “Siamo di fronte a qualcosa di molto semplice: abbiamo scoperto che esiste un attore maschio, bello, cinquantenne, etero a cui piacciono le donne”. Un comportamento, a suo dire, del tutto normale, avvenuto peraltro “con messaggi sui social, come si fa di questi tempi”.

Porro, con il suo consueto tono provocatorio, ha spostato il fuoco del discorso dalla condotta di Bova a quella, ben più discussa, della ragazza coinvolta. “La luna è: ma quanto è stata cattiva questa?”, si è chiesto retoricamente durante la sua rassegna. Secondo il conduttore di Quarta Repubblica, la modella avrebbe agito in modo strumentale, raccogliendo e custodendo i messaggi con l’obiettivo di renderli pubblici al momento giusto. Un comportamento che, a suo dire, rappresenta una dinamica tristemente nota: “Una storia vecchia come il mondo”, ha concluso.


In tutto ciò, Fabrizio Corona recita il ruolo di catalizzatore, come spesso accade: colui che prende ciò che altri gli passano e lo getta nell’arena mediatica, incurante delle conseguenze. Ma stavolta non si tratta solo di visibilità o scandalo: sul tavolo c’è un’indagine penale, e con essa il tentativo – fallito – di usare un flirt per ottenere denaro. Raoul Bova, secondo Porro, “ne esce come un signore”, mentre attorno a lui ruota un teatrino dove la fama diventa moneta e la riservatezza un’illusione.