Sinner, lo sfogo di Bertolucci prima di Wimbledon: “Non é giusto, Jannik parte svantaggiato perché.

Jannik Sinner darà il via alla sua parentesi sull’erba quest’oggi all’Atp 500 di Halle, dove – da campione in carica del torneo – affronterà all’esordio il tennista di casa Yannik Hanfmann (numero 138 al mondo). Un impegno abbastanza agevole, per lui, che corrisponde ad un’occasione preziosa di riprendere confidenza con la superficie ed abituarsi a tutte le componenti relative. Mancano due settimane a Wimbledon ed ogni match giocato avrà un ruolo cruciale, affinché l’azzurro possa arrivare a Londra pronto a sottrarre la corona al più grande rivale Carlos Alcaraz. È in questo solco che si inserisce l’editoriale di Paolo Bertolucci per La Gazzetta dello Sport. Ve ne proponiamo alcuni estratti.

Bertolucci: “Ecco come Sinner può vincere Wimbledon”

“Tre giorni appena di allenamento e un doppio giocato ieri in coppia con l’amico Sonego non offrono indicazioni particolari sul gioco né tantomeno sullo stato di forma, ma permettono di spiegare le prime nozioni, su come trattare la superficie”, scrive Bertolucci.

Poi entra nel merito della questione affermando: “C’è sicuramente un osservato speciale: è il timing delle esecuzioni che dovrà andare di pari passo con l’adattamento ai ribalzi della pallina, del tutto diversi da quelli della terra. Anche per questo il back di rovescio sarà sollecitato e chiamato all’opera maggiormente, mentre il servizio slice verrà rispolverato dopo una lunga latitanza. Su slice e percentuale di prime palle – che al Roland Garros raramente si è avvicinata al 60% – Jannik avrà ancora due settimane per lavorarci, sapendo che sull’erba conta ancora di più e anche nei primi turni a Wimbledon avrà modo di regolarsi, visto che difficilmente troverà avversari in grado di metterlo in difficoltà”.

Secondo l’ex tennista, se il nativo di San Candido dovesse sistemare servizio e risposta non avrà particolari necessità di scendere a rete o giocare serve and volley, bensì potrà sfruttare con maggiore incisività le sue poderose accelerazioni per far male all’avversario.

Jannik Sinner
Foto “X” FITP

Un altro aspetto su cui si sofferma Bertolucci è quello posturale. “Sinner avrà l’obbligo di riconquistare la corretta componente degli appoggi, così come un compasso delle gambe ben più stretto. Anche gli scatti dovranno essere più controllati per non perdere aderenza, così come le scivolate andranno gestite al meglio. Per ultimo, ma non meno importante, il lavoro da fare con le caviglie, che dovranno abituarsi agli ancora più repentini cambi di direzione. Tutto questo servirà a farsi trovare pronto se si dovessero verificare altre maratone tennistiche, fermo restando che sull’erba anche un quinto set è molto meno faticoso che sulla terra”, sottolinea il 73enne di Forte dei Marmi.

Sul tema stanchezza, invece, Bertolucci non è preoccupato e ritiene che a Londra non si registrerà un calo fisico come quello in finale al Roland Garros: “È vero che a Parigi alla fine era più stanco dell’avversario, ma non credo che a Wimbledon il problema tenuta verrà fuori in maniera altrettanto rilevante”.

L’ex tennista ci tiene più ad evidenziare un’altra componente, quella psicologica: “Avere colpo d’occhio e una lettura veloce delle palle particolarmente velenose aiuta, ma solo se in queste due settimane che lo separano dallo Slam londinese avrà portato a termine un importante lavoro sulla mente, volto a frantumare quegli inevitabili sassolini che la finale di Parigi gli ha sicuramente lasciato nella testa”.

Infine, conclude scrivendo: “Sinner è forte, lo ha già dimostrato decine di volte, non resta che affidarsi speranzosi alle sue qualità e sostenerlo come sempre in questa lunga campagna. Di fronte avrà il vincitore delle ultime due edizioni, Carlos Alcaraz, ma sono convinto che sull’erba i due grandi rivali siano 50 e 50: questo Jannik è diverso da quello che era arrivato in semifinale due anni fa, ha già vinto Halle l’anno scorso e ha dimostrato di poter fare ancora uno scatto in avanti”.

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