La riapertura del caso di Garlasco, dopo anni di processi, sentenze e interrogativi irrisolti, ha riportato l’intero Paese dentro un vortice di ricostruzioni, ipotesi e nuove piste investigative. La decisione della Procura di Pavia di riaprire formalmente il fascicolo, alla luce degli ultimi accertamenti scientifici,
ha riacceso l’attenzione su un delitto che da oltre diciotto anni continua a dividere opinione pubblica, tecnici e addetti ai lavori. Il nuovo corso delle indagini sembra voler rispondere a quelle domande rimaste sospese dal 2007, domande che non hanno mai smesso di tormentare chi ha seguito il caso sin dall’inizio.
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In queste settimane, gli sviluppi si sono susseguiti con una rapidità inattesa. Gli inquirenti hanno scelto di procedere con un incidente probatorio, puntando a ottenere dati scientifici ritenuti decisivi prima di compiere passi ulteriori. Il clima, dentro e fuori la Procura, è quello delle grandi manovre: si percepisce un’aria di passaggio cruciale, quasi un bivio destinato a ridisegnare l’intera storia giudiziaria del delitto di via Pascoli. La sensazione, condivisa da diversi osservatori, è che si sia entrati nella fase più delicata dai tempi dell’arresto di Alberto Stasi.

Garlasco, il cerchio si stringe
La riapertura del caso ha inevitabilmente riattivato memorie, testimonianze, vecchi dubbi e nuovi sospetti. Molti protagonisti di quel lontano agosto sono stati nuovamente ascoltati, mentre gli atti dei precedenti processi sono tornati a circolare sulle scrivanie degli inquirenti, questa volta in un contesto completamente diverso. L’attenzione si è spostata soprattutto sulle prove scientifiche, considerate oggi più affidabili e sofisticate grazie ai progressi delle tecniche forensi. È su questa base che la Procura ritiene di poter valutare scenari mai davvero esplorati.

Intanto, anche il pubblico sembra rivivere quelle giornate, con un coinvolgimento che raramente si era visto in una vicenda giudiziaria così lontana nel tempo. I social si sono trasformati in una piazza digitale dove si incrociano analisi, ricostruzioni e ipotesi, mentre sul web circolano filmati, documenti e testimonianze che hanno contribuito a riportare in primo piano dettagli rimasti per anni sullo sfondo. È un dibattito vasto, spesso confuso, talvolta appassionato, ma che restituisce la misura di quanto questo caso continui a toccare corde profonde.

Dal quinto paragrafo, il caso entra in una fase ancora più definita. Per Andrea Sempio si avvicina il momento della verità. A due settimane dalla chiusura dell’incidente probatorio dell’omicidio di Garlasco, il quadro sembra ormai essere delineato. La fuga di notizie non ha scoperto tutte le carte in mano alla Procura di Pavia, che sarebbe ormai pronta a chiudere le indagini e chiedere il processo per l’indagato”, lo riporta il Giornale”. Gli inquirenti guidati dal procuratore Fabio Napoleone e dal suo vice Stefano Civardi sarebbero convinti di avere ricostruito il puzzle della vicenda”.
Si attende adesso la perizia della dottoressa Cristina Cattaneo”, che lo scorso 24 ottobre ha convocato Andrea Sempio per alcune misurazioni che potrebbero servire a ricostruire una nuova scena del crimine”. Un passaggio che, secondo chi segue da vicino le indagini, avrebbe lo scopo di consolidare o smentire definitivamente la compatibilità tra le tracce biologiche rilevate sul corpo della vittima e il profilo dell’indagato. È un punto cruciale, perché le nuove analisi forensi rappresentano l’ossatura della riapertura del caso.
Andrea Sempio continua a dichiararsi innocente”, ma anche lui sa che il processo è ormai una possibilità concreta”. Soprattutto, dopo l’accertamento sul Dna trovato sulle unghie di Chiara Poggi che riconduce direttamente a lui”. Una circostanza che ha ribaltato percezioni e analisi, trasformando Sempio da comparsa marginale delle prime ricostruzioni a figura centrale dell’intera vicenda. Ed è proprio questa nuova centralità che rende il clima intorno all’indagine tanto teso quanto determinante per il futuro giudiziario del caso.
L’attenzione di chi segue il caso è tutta per l’unico indagato, la cui posizione potrebbe riscrivere una storia nata oltre 18 anni fa e che ha visto fino a ora sempre un unico colpevole accertato dalla giustizia italiana: Alberto Stasi”. La youtuber Bugalalla nella sua ultima diretta su Twitch ha mostrato alcune foto inedite che permettono di fare un viaggio nel tempo proprio a quel 13 agosto del 2007″. Le immagini sono state scattate fuori dalla casa dei Poggi tra le 15.38 e le 16.14. Tra i presenti, oltre a Mariarosa Poggi, madre delle gemelle Cappa, si riconoscono proprio Andrea Sempio (con capelli lunghissimi) e suo padre Giuseppe”. Un dettaglio in più, in una storia piena di colpi di scena che non sembra aver ancora finito di sorprendere”.