La campagna elettorale in Puglia è entrata in una fase delicata e, a due mesi dal voto, il centrodestra continua a non avere un candidato condiviso da tutta la coalizione. Una situazione che genera tensioni crescenti, con i leader nazionali e locali incapaci di trovare la sintesi, mentre
la base degli elettori e dei militanti mostra sempre più impazienza. La data del voto, fissata ufficialmente per il 23 e 24 novembre con la firma del decreto del presidente uscente Michele Emiliano, incombe, e l’incertezza appare ormai insostenibile.
Nelle ultime ore è circolata un’ipotesi che potrebbe stravolgere gli equilibri: la Lega, stanca dei continui rinvii, starebbe valutando seriamente la possibilità di correre da sola, proponendo un nome forte e identitario. Si tratterebbe del generale Roberto Vannacci, oggi europarlamentare del Carroccio, figura divisiva ma capace di accendere i riflettori e dare una forte impronta alla campagna elettorale. Secondo fonti interne al partito di Matteo Salvini, non si tratterebbe affatto di una provocazione, bensì di una candidatura reale, pronta a essere calata sul tavolo nel giro di pochi giorni.
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Roberto Vannacci, la notizia sul suo futuro politico
Lo scenario, se confermato, segnerebbe un passaggio clamoroso: la Lega romperebbe di fatto l’unità del centrodestra pugliese, mettendo in discussione l’asse con Fratelli d’Italia e Forza Italia. Le tensioni con gli alleati sono cresciute negli ultimi mesi, a causa dell’incapacità di indicare un nome da contrapporre al candidato del centrosinistra, l’ex sindaco di Bari Antonio Decaro. E se da un lato rimangono in campo personalità politiche di peso, dall’altro si avverte la difficoltà di trovare un punto d’incontro.

Al momento, infatti, le opzioni interne al centrodestra spaziano dal sottosegretario alla Salute, in quota Fratelli d’Italia, Marcello Gemmato, al deputato di Forza Italia e segretario regionale, Mauro D’Attis, fino al sindaco di Monopoli, Angelo Annese. In parallelo, continua a circolare l’ipotesi di candidare figure civiche, come l’avvocato di Martina Franca, Lucarella, o il sindaco di Nardò, Pippi Mellone. Tuttavia, la mancanza di una decisione unitaria alimenta il sospetto che si vada verso una competizione frammentata.
Il centrosinistra, al contrario, sembra muoversi con più compattezza attorno alla figura di Decaro, già pronto a scendere in campo con una serie di liste a sostegno. I consiglieri regionali uscenti confluiranno nella lista “Per la Puglia”, mentre non sarà riproposta la formula “Per Decaro Presidente”. Si ragiona anche su un terzo contenitore che dovrebbe accogliere Italia Viva, Azione e Partito socialista, smentendo invece la voce di una lista dedicata agli esponenti fuoriusciti dal movimento emilianista Con.

La posta in gioco è alta e la sensazione è che nelle prossime ore la situazione possa precipitare. Se la Lega decidesse davvero di puntare su Roberto Vannacci, il centrodestra si troverebbe davanti a un bivio: ricompattarsi attorno a un nome di bandiera o affrontare la sfida elettorale divisi, consegnando di fatto un vantaggio strategico agli avversari. L’ipotesi di una rottura non appare più così remota e la partita pugliese potrebbe trasformarsi in un test nazionale sullo stato di salute dell’alleanza che sostiene il governo Meloni.